Accesso indebito nel profilo Facebook della ex. E’ stalking

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L’accesso indebito nell’account di posta elettronica e nel profilo Facebook della ex, unito alle continue intrusioni nella vita privata della medesima, integrano condotte di stalking, penalmente sanzionabili.

Questo qualora dette intrusioni siano tali da costringere la persona offesa ad alterare le abitudini della propria vita, cambiando le utenze telefoniche, gli indirizzi mail e il proprio profilo nel social network Facebook.

Condanna penale confermata

E’ quanto riconosciuto dai giudici di Cassazione nel testo della sentenza n. 25940 depositata il 24 maggio 2017 e con la quale è stata confermata la condanna per stalking impartita in capo ad un uomo che, in seguito alla rottura del legame sentimentale con la persona offesa, aveva posto in essere condotte reiterate di minaccia, ingiuria e molestia, anche, appunto, mediante accessi indebiti nella posta elettronica e nel profilo Facebook della donna.

L’apprezzamento di fatto operato dai giudici merito è stato ritenuto dagli Ermellini come “immune da censure di illogicità o di contraddittorietà”.

Nella decisione impugnata, difatti, non erano stati trascurati gli elementi probatori emersi e pacificamente accertati.

Era stato ivi affermato che lo stato di perdurante ansia e paura, attestato da una diagnosi di disturbo post-traumatico da stress e dal trasferimento della donna presso la madre, e l’alterazione delle abitudini di vita, mediante il cambiamento dell’abitazione, delle utenze telefoniche, della mail e del profilo Facebook, erano conseguenza delle condotte persecutorie dell’imputato, consistite, come sopra ricordato, nelle minacce, molestie continue, intrusioni nell’account di posta elettronica e nel profilo "Fb" della ex fidanzata.