I Bitcoin fra innovazione del mercato delle transazioni e problemi di regolamentazione

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I Bitcoin fra innovazione del mercato delle transazioni e problemi di regolamentazione

Fra le caratteristiche principali di codesta valuta, spicca immediatamente l’assenza di un ente centrale che ne gestisca la diffusione e svolga quelle classiche operazioni di politica monetaria. I bitcoin si fondano su un database distribuito, ovvero su una pluralità di elaboratori server e PC (chiamati nodi) che sono dislocati in varie parti del mondo e che tracciano le transazioni. I sistemi di protezione adottati sono di tipo crittografico con la presenza di chiavi pubbliche che sostituiscono i codici IBAN attraverso una generazione di codici casuali.

I bitcoin vengono “depositati” in portafogli digitali (wallet) che, attraverso il cloud, consentono di evitare il rischio di perdere tutto il denaro in caso di furto o smarrimento del PC o del dispositivo mobile associato.

L’assenza di una istituzione centrale, nonché la diffusione peer-to-peer, rende impossibile effettuare sequestri sui bitcoin; inoltre, stanti particolari meccanismi di protezione della privacy, è complesso identificare le generalità di coloro che hanno effettuato le transazioni. Motivo per cui sono alti i timori legati a possibili contaminazioni di organizzazioni dedite al riciclaggio di denaro.

La distribuzione di moneta, oltre che con l’acquisto mediante cambio di valuta (alla data attuale un bitcoin vale circa 250 euro), avviene in base a complessi calcoli algoritmici che riallocano parte dei bitcoin 6 volte al giorno. Questa distribuzione, effettuata in modo causale fra gli utenti, è influenzata dal c.d. “mining”. Infatti, il sistema di elaborazione dei dati indispensabili per garantire la funzionalità dei bitcoin, necessita di immense capacità di calcolo e la costante interconnessione dei nodi.

Pertanto è stato ideato un meccanismo detto “mining”, attraverso il quale gli utenti, consentendo che il loro PC svolga parte delle operazioni, ricevono in cambio una probabilità maggiore di ricevere bitcoin.

Ulteriore questione da ricordare riguarda il fatto che, non essendovi una c.d. banca centrale, i bitcoin hanno una fluttuazione di valore particolarmente evidente ed il tasso di cambio con le monete aventi corso legale può variare pesantemente da un giorno all’altro. Dunque, il bitcoin appare particolarmente esposto a pericoli speculativi.

Inoltre, non avendo corso legale, i bitcoin sono accettati unicamente su volontà del ricevente. Occorre dire che attualmente i bitcoin possono essere scambiati con 12 valute nazionali e moltissime organizzazioni ed associazioni accettano, ormai, donazioni in bitcoin come ad esempio la Free Software Foundation e Wikimedia Foundation. Anche colossi dell’e-commerce come Amazon oppure eBay hanno aperto ai bitcoin. Dal novembre 2013 nell’Isola di Cirpo, l’Università di Nicosia ha deciso di accettare i bitcoin come strumento di pagamento delle tasse universitaria.

Nell’aprile 2013 Bloomberg ha stimato che l’economia legata ai Bitcoin ammonterebbe a circa 1,4 miliardi di dollari.

Dal 2014 in Italia sono stati aperti 3 bancomat (Milano, Roma e Firenze) che consentono di effettuare operazioni con i bitcoin. L’azienda Robocoin, che gestisce tali sportelli bancomat nel Sud Europa, prevede che prossimo biennio riusciranno ad aprire 40 nuovi sportelli, di cui 15 in Italia. 

Tuttavia, nel gennaio scorso la Banca d’Italia ha preso posizione ritenendo “troppo rischiose” le operazioni effettuate in bitcoin, sconsigliandone l’uso. La Banca d’Italia, inoltre, ha invocato un intervento legislativo di regolamentazione del mercato dei bitcoin.

Il futuro del bitcoin non è ancora definito ma se continuerà l’espansione sembra davvero necessario auspicare un futuro intervento legislativo, non solo italiano, per definire norme che rendano più chiara la disciplina legata a questa innovativa moneta elettronica.

In ogni caso, nonostante le forti seppur giustificare ritrosie delle banche centrali, l’evoluzione del bitcoin sembra molto forte: si pensi che dal giugno 2015 è quotato, presso la Borsa di New York, con un apposito indice NYSE Bitcoin Index (NYXBT) che rappresenta il cambio tra dollaro americano e Bitcoin.

L’assenza di una istituzione centrale, nonché la diffusione peer-to-peer, rende impossibile effettuare sequestri sui bitcoin, inoltre, stanti particolari meccanismi di protezione della privacy, è complesso identificare le generalità di coloro che hanno effettuato le transazioni. Motivo per cui sono alti i timori legati a possibili contaminazioni di organizzazioni dedite al riciclaggio di denaro.

La distribuzione di moneta, oltre che con l’acquisto mediante cambio di valuta (alla data attuale un bitcoin vale circa 250 euro), avviene in base a complessi calcoli algoritmici che riallocano parte dei bitcoin 6 volte al giorno. Questa distribuzione, effettuata in modo causale fra gli utenti,  è influenzata dal c.d. “mining”.

Infatti, il sistema di elaborazione dei dati indispensabili per garantire la funzionalità dei bitcoin, necessita di immense capacità di calcolo e la costante interconnessione dei nodi.

Pertanto è stato ideato un meccanismo detto “mining” attraverso il quale, gli utenti, consentendo che il loro PC svolga parte delle operazioni, ricevono in cambio una probabilità maggiore di ricevere bitcoin.

Ulteriore questione da ricordare riguarda il fatto che, non essendovi una c.d. banca centrale, i bitcoin hanno una fluttuazione di valore particolarmente evidente ed il tasso di cambio con le monete aventi corso legale può variare pesantemente da un giorno all’altro. Dunque il bitcoin appare particolarmente esposto a pericoli speculativi.

Inoltre, non avendo corso legale, i bitcoin sono accettati unicamente su volontà del ricevente. Occorre dire che attualmente i bitcoin possono essere scambiati con 12 valute nazionali e moltissime organizzazioni ed associazioni accettano, ormai, donazioni in bitcoin come ad esempio la Free Software Foundation] e Wikimedia Foundation. Anche colossi dell’e-commerce come Amazon oppure eBay hanno aperto ai bitcoin. Dal novembre 2013 nell’Isola di Cirpo, l’Università di Nicosia ha deciso di accettare i bitcoin come strumento di pagamento delle tasse universitaria.

Nell’aprile 2013 Bloomberg ha stimato che l’economia legata ai Bitcoin ammonterebbe a circa 1,4 miliardi di dollari.

Dal 2014 in Italia sono stati aperti 3 bancomat (Milano, Roma e Firenze) che consentono di effettuare operazioni con i bitcoin. L’azienda Robocoin, che gestisce tali sportelli bancomat nel Sud Europa, prevede che prossimo biennio riusciranno ad aprire 40 nuovi sportelli, di cui 15 in Italia. 

Tuttavia, nel gennaio scorso la Banca d’Italia ha preso posizione ritenendo “troppo rischiose” le operazioni effettuate in bitcoin, sconsigliandone l’uso. La Banca d’Italia, inoltre, ha invocato un intervento legislativo di regolamentazione del mercato dei bitcoin.

Il futuro del bitcoin non è ancora definito ma se continuerà l’espansione sembra davvero necessario auspicare un futuro intervento legislativo, non solo italiano, per definire norme che rendano più chiara la disciplina legata a questa innovativa moneta elettronica.

In ogni caso, nonostante le forti seppur giustificare ritrosie delle banche centrali, l’evoluzione del bitcoin sembra molto forte, si pensi che dal giugno 2015 è quotato, presso la Borsa di New York, con un apposito indice NYSE Bitcoin Index (NYXBT) che rappresenta il cambio tra dollaro americano e Bitcoin. (PELUSO)

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