Il circo dell’impresa familiare

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Il circo dell’impresa familiare

Negli ultimi mesi sempre più clienti frequentano la macelleria “L’ultima ruminata” di Barnaba Barnum. Sarà che il titolare vanta improbabili ascendenze circensi, sarà che attira più la chianina di un fenomeno da baraccone, fatto sta che nel punto vendita a forma di tendone sopraggiungono anche due esperti ispettori del lavoro, in grado di districarsi con la stessa nonchalance tra norme e filetti, circolari e lombate.

L’interno del locale sembra davvero un circo: c’è chi armeggia con un quarto di bue e chi brandisce mannaie e fenditoi, chi aziona il tritacarne e chi intrattiene e serve la clientela. In tutto questo bailamme gli ispettori procedono all’identificazione del personale presente e al controllo della documentazione giuslavoristica.

Così si accorgono che nel locale lavorano la moglie, il cognato, due figli e il genero di Barnaba, tutti come collaboratori familiari… Una specie di clan dedito alla macellazione e alla vendita della carne bovina! Quando gli ispettori chiedono come avvenga la remunerazione di ogni singolo collaboratore, la baraonda si trasforma in caos. C’è chi parla di compensi, chi di anticipi, chi di prelievi anticipati e rendiconti in attesa di approvazione: una specie di suk contabile!

Gli ispettori, che non a caso si trovano in una macelleria, non sanno che pesci prendere … Decidono che la situazione meriti un ulteriore approfondimento, anche perché la stessa giurisprudenza prevede posizioni differenti sulla possibilità o meno di erogazioni anticipate per i collaboratori familiari: “Di tutto avete parlato fuorché della ripartizione degli utili rendicontati nell’impresa familiare come contemplato dalla legge (art. 230bis Codice Civile) – spiegano i funzionari – L’inquadramento del lavoro del familiare nell’impresa, specie riguardo alla remunerazione, presenta molti profili critici, speriamo che almeno il vostro consulente sappia fornirci qualche informazione in più”.

Barnaba, un po’ per sdrammatizzare, un po’ perché sembra tradire origini ben più italiche di quelle millantate, ci scherza su: “Il nostro consulente non conosce bene la situazione, come diceva Don Vito Corleone, mai dire ad una persona estranea alla famiglia quello che c’hai nella testa” (Il padrino – F.F. Coppola, 1972).

Le considerazioni espresse sono frutto esclusivo dell’opinione degli autori e non impegnano l’amministrazione di appartenenza

Ogni riferimento a persone esistenti e/o a fatti realmente accaduti è puramente casuale

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