Accise, ultimatum Ue

Pubblicato il 11 luglio 2006

europea, con una nota che sarà diffusa oggi, pone l’ultimatum all’Italia sull’attuazione delle modifiche, derivanti dalla sentenza C-129/00 del 2003 della Corte di giustizia Ue, da applicare alla norma che riguarda i rimborsi delle accise. La questione parte dall’interpretazione dell’articolo 29 della legge comunitaria 428/90 che secondo la giurisprudenza italiana obbliga il contribuente a dimostrare, ad esempio con la produzione di documenti contabili, di non aver compensato l’imposta indebitamente pagata riversandola sui propri clienti. Sia il Fisco che di cassazione ritengono, infatti, che le imprese commerciali abbiano trasferito la tassa su terzi, poiché la stessa è stata pagata per anni senza contestazioni e l’impresa richiedente non è fallita. Ma secondo lo spostamento dell’onere della prova verso il contribuente non è ammissibile, poiché rende difficoltoso l’esercizio del diritto al rimborso. Se l’Italia non si adeguerà, potrà passare ad una fase successiva al procedimento, già avviato, secondo l’articolo 228 del Trattato Ce, cioè alla richiesta di un’ammenda.

Condividi l'articolo
Potrebbe interessarti anche

Durc di congruità obbligatorio anche per imprese non edili: quando?

21/10/2025

Legge di Bilancio 2026: nuova proroga per l’APE sociale

21/10/2025

Cumulo gratuito: la Cassazione chiarisce i criteri per i professionisti

21/10/2025

Avvocati tributaristi: via libera alle mozioni su AI fiscale e Cassazione

21/10/2025

CU 2025: via alla richiesta massiva dei dati nel cassetto fiscale

21/10/2025

Legge di Bilancio 2026: pagamenti PA ai professionisti e definizione tributi locali

21/10/2025

Ai sensi dell'individuazione delle modalità semplificate per l'informativa e l'acquisizione del consenso per l'uso dei dati personali - Regolamento (UE) n.2016/679 (GDPR)
Questo sito non utilizza alcun cookie di profilazione. Sono invece utilizzati cookie di terze parti legati alla presenza dei "social plugin".

Leggi informativa sulla privacy