Aliquota al 5 % per il nuovo scudo fiscale. Avvio prorogato a settembre

Pubblicato il 16 luglio 2009

Un emendamento al decreto legge anti-crisi dà avvio, con partenza il 15 settembre prossimo, allo scudo fiscale. Nella formulazione definitiva, a eccezione della dichiarazione infedele e dell'omessa dichiarazione, nessun altro reato potrà più essere salvato. E non sarà possibile regolarizzare, senza rimpatriarle, le somme detenute in Paesi extra Ue aderenti allo spazio economico europeo.

I due elementi qualificanti l’emendamento presentato in commissione Bilancio e Finanze alla Camera, sono l’aliquota complessiva del 5% e l’applicazione sulle attività finanziarie e patrimoniali detenute almeno al 31 dicembre 2008 o rimpatriate e regolarizzate dal 15 settembre 2009 e fino al 15 aprile 2010. L'imposta straordinaria sulle attività finanziarie e patrimoniali detenute all'estero sarà applicata su un rendimento lordo presunto in ragione del 2% annuo per i cinque anni precedenti il rimpatrio o la regolarizzazione, senza possibilità di scomputo di eventuali perdite e con un'aliquota sintetica del 50% l'anno, comprensiva di interessi e sanzioni e senza diritto allo scomputo di eventuali ritenute e crediti.

Come nel passato (2001), anche in questa occasione è garantito l'anonimato: "il rimpatrio ovvero la regolarizzazione si perfezionano con il pagamento dell'imposta e non possono in ogni caso costituire elemento utilizzabile a sfavore del contribuente, in ogni sede amministrativa o giudiziaria, in via autonoma o addizionale". Una contabilità speciale conterrà il gettito recuperato dal meccanismo di rimpatrio: "le maggiori entrate derivanti dallo stesso affluiscono ad apposita contabilità speciale per essere destinate in conformità con le indicazioni contenute nel Dpef per gli anni 2010-2013, all'attuazione della manovra di bilancio per l'anno 2010 e seguenti così come previsto dall'articolo" sui flussi finanziari dell'anti-crisi. Sempre come nel 2001, è pure garantita la non applicabilità ad accertamenti per due anni.

Per l'omessa dichiarazione di detenzione di investimenti e attività all'estero le sanzioni crescono, potendo variare dal 10 al 50%, ma é esclusa la possibilità di confisca.

L'emendamento al decreto anticrisi per favorire il rientro dei capitali depositati all'estero è a firma dei relatori Chiara Moroni e Maurizio Fugatti.

Prima che divenga Legge dello Stato, lo scudo fiscale deve però ottenere il via libera dell’Europa.

Un secondo emendamento porta nel dl anti-crisi anche le pensioni. Il titolare del Welfare, Maurizio Sacconi, annuncia: “una forma di stabilizzazione del sistema previdenziale in funzione dell'aspettativa di vita”. L’emendamento prevede infatti che “a decorrere dal 1° gennaio 2015 i requisiti di età anagrafica per l’accesso al sistema pensionistico sono adeguati all’incremento della speranza di vita accertato dall’Istat e validato da Eurostat con riferimento al quinquennio precedente”. Spiega il Ministro come sia una “sorta di una piccola finestra mobile, sostanzialmente impercettibile per le persone”.

Alessia Lupoi 

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