Brunetta spacca la Corte dei conti

Pubblicato il 05 febbraio 2009

Con un emendamento di maggioranza al disegno di legge Brunetta, viene modificato l'assetto del consiglio di presidenza della Corte dei conti: così l'attuale composizione che prevede 13 magistrati contabili, più due esperti nominati da camera e due dal senato, viene ridotta a 11 componenti, con un taglio dei giudici eletti dalla categoria da 10 a 4 e l'ingresso del segretario generale della Corte e del capo di gabinetto. Viene rafforzato il ruolo del presidente che, quale organo di governo dell'istituto, potrà stabilire l'indirizzo politico-istituzionale dell'organismo e provvedere all'assegnazione a alla revoca degli incarichi extraistituzionali. I magistrati contabili, inoltre, si vedono trasformati in un braccio investigativo del governo sulle irregolarità finanziarie e gestionali.

La Corte, in proposito, si spacca: così, nell'adunanza del consiglio di presidenza del 2 febbraio scorso, dopo un dibattito particolarmente infuocato, è stato approvato a maggioranza – anche se con il voto contrario dello stesso presidente della Corte, Tullio Lazzaro - un documento in cui si chiede che la riforma venga bloccata o comunque sostanzialmente modificata. Ciò che viene criticato è il rafforzamento dei poteri del presidente e la dipendenza eccessiva dalle direttive del governo. Chi, per contro, è favorevole alla proposta ritiene la riforma necessaria per ridare smalto a un organismo ormai “ingessato”.

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