Call center, la Cassazione convince

Pubblicato il 17 aprile 2008

Alla luce della pronuncia della Cassazione sui call center (sent. n. 9812/08), che riconosce rapporto di subordinazione dei telefonisti soggetti al potere direttivo, di controllo e disciplinare del datore di lavoro, i commenti non si fanno attendere. Il ministro del Lavoro uscente promuove la sentenza, asserendo che conferma le scelte operate dal Ministero in materia. Approvano anche le parti sociali: dall’Assocontact, che riunisce imprese di call center e contact center, dal Slc-Cgil e dall’Ugl.

Secondo altri (v. intervento su Italia Oggi, p. 52) la recente pronuncia non ha di fatto alcun carattere innovativo, riafferma solo quanto già precedentemente sostenuto circa l’individuazione dei caratteri della subordinazione. L’autore censura di carenza la sentenza in commento, in quanto i giudici del Supremo collegio hanno omesso di considerare il potere disciplinare, che è l’unico tipico del lavoro subordinato, relegando il lavoratore a mero esecutore della volontà altrui che, se disattesa, è suscettibile di sanzionare anche solo tramite rimprovero verbale.

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