Carceri, lo straniero rimane

Pubblicato il 22 settembre 2008
La forte crescita, in Italia, del numero dei detenuti immigrati incide grandemente sul problema dell'affollamento delle carceri, così come evidenziato dal ministro della Giustizia. Tra i primi dieci Paesi di provenienza dei detenuti stranieri nelle nostre carceri, solo in tre casi è ipotizzabile il trasferimento, mentre negli altri l'operazione è resa impossibile per l'assenza di uno strumento legislativo ad hoc. Inoltre, gli strumenti di cooperazione giudiziaria sul trasferimento dei detenuti ricevono un'applicazione piuttosto contenuta, sia in ragione dell'obiettiva lentezza delle procedure, che per il fatto che gli Stati di destinazione sono piuttosto restii a collaborare alla definizione dei procedimenti, nonostante la presenza di convenzioni multilaterali o accordi bilaterali che imporrebbero loro di ricevere i propri cittadini detenuti nelle carceri di altri paesi. I paesi dell'Ue, in proposito, rilevato come la Convenzione di Strasburgo del 1983 non fornisca risposte adeguate alla situazione, dal 2005 stanno discutendo su ipotesi di rafforzamento degli strumenti di cooperazione per facilitare il trasferimento. I singoli Stati, tuttavia, si sono mostrati più favorevoli alla stipula di accordi bilaterali.
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