Class action spuntata

Pubblicato il 15 novembre 2008
Il Governo sta mettendo a punto una nuova versione dell’azione collettiva che interviene esclusivamente sui rapporti tra cittadini ed imprese. Un’azione collettiva “contro” la pubblica amministrazione per il ripristino di standard di efficienza nelle prestazioni è, invece, stata inserita in un altro disegno di legge, il cosiddetto Ddl “anti-fannulloni” sempre in discussione al Senato. Il provvedimento rivede e precisa il perimetro degli interessi che possono essere fatti valere attraverso la class action, ne definisce la procedura e fissa anche le regole sulla competenza dell’autorità giudiziaria. Il nuovo testo scioglie anche il nodo della retroattività: l’emendamento - che si conta di presentare a breve al collegato giustizia - infatti, prevede che la class action non potrà essere proposta per illeciti verificatisi prima del 1° gennaio 2008. Si tratta di un limite temporale molto importante, in quanto esclude automaticamente i crac finanziari che hanno interessato Parmalat e Cirio. Ad agire in giudizio per la tutela dei “diritti individuali omogenei dei consumatori e degli utenti” sarà il singolo componente della classe, che potrà intervenire anche attraverso associazioni a cui dà mandato o comitati cui partecipa. La domanda dovrà essere presentata al tribunale del capoluogo di Regione in cui ha sede l’impresa. Il giudice deciderà con ordinanza sull’ammissibilità, ponendo massima attenzione ai conflitti di interesse, all’identità dei diritti individuali tutelati e alla capacità del proponente di curare adeguatamente l’interesse di classe. Se la domanda viene giudicata ammissibile, spetterà al tribunale fissare i termini e le modalità della pubblicità per garantire l’adesione tempestiva degli appartenenti alla classe. La condanna può determinare le somme da corrispondere agli interessati appartenenti alla classe o fissare i criteri di calcolo per la liquidazione del risarcimento.
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