Il Comitato consultivo per l’applicazione delle norme antielusive, nel parere n. 16 dello scorso 16 maggio, ha ribadito che sono di rappresentanza le spese di vitto e alloggio destinate agli espositori fieristici e alle personalità istituzionali presenti, in quanto non è ravvisabile in entrambi i casi il legame, seppure indiretto, con i ricavi di vendita, quanto piuttosto la volontà di accrescere e migliorare l’immagine della società. La risposta data dal Comitato alla società istante, che è una società di capitali che svolge principalmente l’attività di organizzazione di manifestazioni fieristiche, esposizioni, convegni di studio e conferenze nel settore dei macchinari agricoli, ha generato molte perplessità. Per la società, tutti i costi connessi alle attività in questione sono da considerarsi come spese di gestione e, quindi, integralmente deducibili dal reddito. Per il Comitato, invece, le spese in questione non sono riferite ad attività e operazioni da cui derivano ricavi imponibili. Da qui, la conclusione che si tratti di spese di rappresentanza, “essendo essenzialmente finalizzate all’acquisizione di servizi e strumenti idonei a mantenere, rafforzare e accrescere il prestigio della società”.
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