I conti giusti per l’uscita da EC

Pubblicato il 07 aprile 2008 In vista della prossima stagione delle dichiarazioni dei redditi, le imprese si trovano di fronte a tre possibili alternative per affrancare le riserve vincolate a copertura delle eccedenze extracontabili rendendo disponibili le stesse senza che scatti il recupero a tassazione (Finanziaria 2008). Per potere abbandonare il quadro EC, le imprese potranno scegliere strade diverse che presentano costi e convenienza crescente. Infatti, dalla fuoriuscita naturale che non costa nulla ma non assegna alcun vantaggio, si può optare per la fuoriuscita con pagamento di imposta sostitutiva dell’1%, che non presenta grandi vantaggi ma nemmeno costi significativi, fino alla decisione di pagare l’imposta sostitutiva più elevata (12%, 14% e 16%) ma con possibilità di ottenere importanti vantaggi fiscali. La prima opzione ha riflessi solo nel quadro EC: il soggetto che decide di non versare alcuna imposta sostitutiva dovrà continuare a compilare il suddetto quadro fino al riassorbimento delle eccedenze dedotte nel passato (svincolo progressivo). Il modello Unico 2008 non registrerà alcuna variazione nella sua compilazione. Chi opta per il pagamento dell’imposta sostitutiva (restanti due opzioni) vedrà realizzarsi, a livello di modello di dichiarazione, una ricaduta dichiarativa nel quadro RQ, sezione V. In questi casi, la fuoriuscita dalla gestione del quadro EC risulta più semplice: nella sezione V del quadro RQ è prevista la collocazione delle due ipotesi percorribili, cioè il versamento dell’1% per affrancare le riserve e del 12% (o altre percentuali a seconda dei casi) per riallineare i valori civili e fiscali dei beni (svincolo immediato). Sull’argomento si è soffermata anche Assonime, con una circolare la n. 22 del 31 marzo 2008, che funge da guida per le scelte di imprese e consulenti.
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