I fondi italiani frenano sul “maturato”

Pubblicato il 13 ottobre 2006

“Una scelta a noi non gradita”. Con queste parole, ieri, il presidente di Assogestioni ha commentato quanto previsto dall’articolo 1 del disegno di legge delega per il riordino dei tributi statali, criticando anche il sistema di tassazione sul “maturato” e l’introduzione di un’aliquota fiscale unica del 20% sulle plusvalenze che, per i fondi di investimento, significherebbe un incremento di 7,5 punti percentuali rispetto all’attuale prelievo del 12,5%. Secondo Cammarano tale scelta potrebbe evidenziare ancora di più lo svantaggio competitivo che i fondi italiani soffrono e potrebbero soffrire rispetto agli omologhi prodotti di diritto estero commercializzati in Italia. Il riferimento è al regime attuale, in base al quale mentre i redditi dei fondi italiani sono soggetti a imposta direttamente a loro carico e sul “maturato”, quelli dei fondi esteri sono assoggettati a imposta direttamente a carico dei partecipanti e per cassa, cioè al realizzo. Nel caso dell’aliquota al 20%, lo svantaggio potrebbe aggravarsi ulteriormente, se non accompagnata dall’abolizione della tassazione per maturazione a carico dei fondi italiani. Per tali ragioni, Assogestioni propone di “sottoporre i fondi italiani allo stesso regime dei fondi comunitari armonizzati, ossia tassando i redditi non più in capo al fondo, bensì direttamente a carico dei partecipanti”.

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