Controllo massivo delle mail dei dipendenti. Viola lo Statuto dei Lavoratori

Pubblicato il 05 aprile 2018

Il Garante per la Privacy, con provvedimento n. 53 dell’1 febbraio 2018, si è occupato di un’azienda che effettuava il controllo massivo delle mail dei dipendenti e le conservava per un periodo di tempo molto lungo .

Il tutto è partito da una contestazione disciplinare fatta ad un vecchio dipendente non più in forza per alcune mail rinvenute nel server aziendale, scambiate in passato da questi, quando era ancora dipendente dell’azienda, con alcuni suoi colleghi dalla casella di posta elettronica assegnatagli nell'ambito del rapporto di lavoro.

La contestazione è stata possibile in quanto l’azienda conservava sul suo server tutte le comunicazioni elettroniche spedite e ricevute sugli account assegnati ai propri dipendenti per l'intera durata del rapporto di lavoro ed anche successivamente all'interruzione dello stesso, non solo in vista del prospettato accesso anche al contenuto delle stesse materialmente effettuato da soggetti di volta in volta "autorizzati", ma anche in vista di futuri ed eventuali contenziosi, consentendo così alla società di precostituire elementi utili alla difesa in giudizio ed alla tutela dei propri diritti.

Con il provvedimento in questione e con specifico riferimento alla disciplina lavoristica, il Garante ha chiarito che la raccolta sistematica delle comunicazioni elettroniche in transito sugli account aziendali dei dipendenti in servizio, la loro memorizzazione per un periodo non predeterminato, comunque lungo, e la possibilità per il datore di lavoro di accedervi per finalità indicate in astratto e in termini generali, consente alla società di effettuare il controllo dell'attività dei dipendenti.

Quanto sopra è in contrasto con l’art. 4 dello Statuto dei Lavoratori, che non consente l'effettuazione di attività idonee a realizzare il controllo massivo, prolungato e indiscriminato dell'attività del lavoratore.

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