Il Consiglio dei ministri ha approvato ieri il decreto correttivo della riforma del diritto fallimentare. Gli scopi della riforma erano sostanzialmente due: evitare gli eccessi sanzionatori nei confronti dell’imprenditore fallito e ridurre l’area dei soggetti falliti. I due obiettivi sono stati raggiunti, ma si è dovuto intervenire ad inserire un altro requisito di fallibilità perché la drastica riduzione dell’area dei soggetti che possono fallire ha precluso la chance del risanamento agevolato per un alto numero di imprese.
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