Il fondo Previprof rischia di perdere la propria autonomia

Pubblicato il 25 luglio 2009

Previprof, il fondo pensione complementare per i dipendenti degli Studi professionali, è finalizzato all’erogazione di trattamenti pensionistici complementari del sistema previdenziale obbligatorio, ai sensi del Dlgs. n. 252/2005. Il Fondo è iscritto all’albo tenuto dalla COVIP (n. 159) dal 30 maggio 2007 ed è stato istituito sulla base dell’accordo stipulato tra le fonti istitutive Confprofessioni, Confedertecnica, Cipa, e Filcams-CGIL, Fisascat-CISL e Uiltucs-UIL in data 20 dicembre 2006 e successiva integrazione del 6 febbraio 2007. Esso è destinato a tutti i lavoratori assunti nelle quattro aree delle Professioni Amministrative, Tecniche, Giuridiche e Sanitarie, con le diverse tipologie d’impiego e classificati in uno dei livelli o categorie di cui al CCNL “Testo Unico”, per i dipendenti degli Studi Professionali, siglato il 29 luglio 2008. Al 31 dicembre 2008, si contavano 823 iscritti al suddetto Fondo: più di quelli registrati nell’anno precedente (609), ma sempre in numero molto contenuto. Il numero appare ancora più esiguo se poi viene confrontato con quanti sono iscritti alla Cadiprof (la Cassa di assistenza sanitaria dei dipendenti degli studi professionali), che conta più di 180mila aderenti. Nel consiglio d’amministrazione convocato per martedì 28 luglio (all’ordine del giorno c’è la riduzione delle spese di bilancio), inevitabilmente verrà affrontato l’argomento relativo alla sopravvivenza del Fondo stesso.

Roberta Moscioni

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