Il Terremoto anche negli adempimenti tributari

Pubblicato il 04 novembre 2016

Con il DL n. 193 del 2016 (collegato alla Legge di Bilancio 2017) vengono ridefiniti scadenze ed adempimenti con il dichiarato intento di contrastare l’evasione, soprattutto in materia di IVA.

Come ormai noto agli operatori del settore, questo il quadro dei nuovi adempimenti che preoccupano fortemente i Commercialisti italiani :

La ricetta è, come di consueto: più adempimenti formali, più sanzioni e con anticipo dei tempi di trasmissione dei dati (con aggravio anche in termini di costo del personale per chi dovrà gestire queste nuove richieste). La contropartita è l’abolizione degli elenchi intrastat e delle dichiarazioni black list (perché assorbite dai ben più pregnanti adempimenti) ed un bonus di € 100,00 che spetta solo ai contribuenti più piccoli con volumi d’affari sotto la soglia di € 50.000,00. Come se il costo di una tale “rivoluzione” fosse limitato a questa cifra e riguardasse per giunta soltanto i contribuenti più piccoli.

Questo nonostante una serie di incontri, tavoli tecnici con le sigle sindacali più rappresentative, il Consiglio Nazionale, i massimi vertici dell’Agenzia delle Entrate e del MEF, le promesse di semplificazione a mezzo stampa ed il D. Lgs. 15/2015 che proclama di abbattere le sanzioni formali.

Il Sindacato italiano Commercialisti ha da sempre sostenuto che l’evasione tributaria non si riduce aumentando gli adempimenti, digitalizzando ancor più il rapporto con il contribuente fino al punto di indurre alla fatturazione elettronica tra soggetti privati (sappiamo che non è così neppure negli altri paesi europei).

Con l’ultimo intento (mai dichiarato), di estromettere definitivamente i Commercialisti italiani dalla gestione della materia fiscale.

Leggiamo sui giornali di questi giorni che la disoccupazione in Germania è ai minimi storici, che i giovani non trovano lavoro neanche nel settore digitale e che il fisco italiano risulta al penultimo posto nell’indice di competitività del sistema fiscale. V’è allora da chiedersi se abbia ancora un senso insistere su ulteriori adempimenti (e conseguenti oneri in gran parte a carico dei Commercialisti), in ordine ai quali crediamo che non vi sia relazione con il nobile intento di lotta all’evasione tributaria.

Gli altri Sindacati ed il Consiglio Nazionale hanno anch'essi compreso, stavolta, che vi sono tutti gli elementi per attuare il diritto all’astensione dalle attività professionali ( regolamentato anche nella nostra categoria).

Siamo una componente importante nell’area economica del nostro paese e se per una volta dovessimo arrivare a chiudere uno o più giorni i nostri studi, anche in periodo lontano da scadenze ed adempimenti, crediamo che il disagio nel paese si sentirebbe. Anche solo evitando di rispondere al telefono ed al citofono.

Non possiamo fare politica perché non siamo politici, ma abbiamo il dovere di denunciare ai nostri interlocutori che in Italia il sistema economico e produttivo è allo stremo ed anche il terremoto del centro Italia accentuerà (almeno nel breve periodo) la situazione. Ci saremmo attesi una svolta dalla Legge di bilancio 2017, misure che potessero incidere sulla competitività del nostro paese e non le solite “formali”, che incrementeranno l’incasso dello Stato per sanzioni, inasprendo il rapporto con i contribuenti e non risolvendo certamente il problema dell’evasione tributaria. Tantomeno i soliti interventi di marketing fiscale che premiano, di volta in volta, con “bonus” coorti di contribuenti più fortunati di altri.

Ci fermiamo qui, poiché il rischio di essere tacciati come populisti è, oggi, forte.

 

Per Sindacato italiano Commercialisti

Il Presidente

Dott. Stefano SFRAPPA

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