La Consulta decide su dieci miliardi di “sconti” Ires-Irpef

Pubblicato il 10 marzo 2008 Il prossimo mercoledì i giudici delle Corte Costituzionale saranno chiamati a decidere sulla legittimità o meno della norma che vieta la deducibilità dell’imposta regionale dall’Ires e dall’Irpef. Si tratta di una decisione molto difficile. Se, infatti, si arrivasse ad una eventuale pronuncia di illegittimità costituzionale si aprirebbe la strada a moltissime istanze di rimborso in cui i soggetti Irap potrebbero chiedere la restituzione delle imposte dirette pagate in eccesso. Al momento, non è possibile avanzare pronostici anche se è chiaro che la posta in gioco è molto alta: si tratta di quattro anni d’imposta che potrebbero significare circa 10 miliardi di euro a carico delle casse dello Stato per il solo 2007. Nella giornata di mercoledì 12 marzo, quindi, sette saranno le ordinanze di rinvio, giunte dalle Commissioni tributarie di Genova, Chieti e Parma, su cui i giudici della Consulta saranno chiamati a pronunciarsi per stabilire se sia stato rispettato o meno il principio della capacità contributiva sancito dalla Costituzione. Nello specifico, si fa richiamo all’articolo 53 della Carta costituzionale in quanto l’imposta regionale, rappresentando per l’imprenditore un fattore economico di spesa, nel restare indeducibile fa sì che le imposte sui redditi finiscano per applicarsi su un reddito lordo e non netto. Cioè, l’Ires e l’Irpef verrebbero calcolate su un reddito che non costituisce un indice della capacità contributiva idoneo a giustificare il prelievo. La questione sollevata davanti alla Consulta è ritenuta rilevante in quanto condiziona direttamente le domande avanzate dai ricorrenti e finalizzate al rimborso delle imposte dirette ritenute indebitamente versate.
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