L'Italia condannata per Punta Perotti

Pubblicato il 21 gennaio 2009

La Corte europea dei diritti dell'uomo (Cedu), si è pronunciata, ieri, sulla vicenda dell'ex complesso residenziale Punta Perotti di Bari, condannando lo Stato italiano al risarcimento dei danni morali e patrimoniali subiti dalle tre società costruttrici. Secondo la Corte, l'Italia ha violato l'articolo 7 della Convenzione dei diritti dell'uomo secondo cui nessuno può essere condannato per una pena se quest'ultima non è prevista dalla legge. La confisca dei suoli e manufatti, inoltre, sarebbe avvenuta in violazione del diritto della protezione della proprietà privata. All'epoca dei fatti - precisano i giudici di Strasburgo - “le leggi in materia di confisca in Italia non erano chiare e quindi non permettevano di prevedere l'eventuale sanzione”. La vicenda è giunta all'esame del Cedu dopo che la Cassazione, nonostante avesse assolto i proprietari per aver “commesso un errore inevitabile e scusabile nell'interpretare le disposizioni di legge regionali, aveva, comunque, disposto la confisca e la perdita degli investimenti (circa 250 milioni). Con la decisione, Strasburgo ha ora riconosciuto un indennizzo pari a 40mila euro a ciascuna delle tre società; quest'ultime, inoltre, hanno chiesto alla Corte un risarcimento per complessivi 350 milioni, risarcimento ora oggetto di negoziazione tra Stato e privati con la supervisione della Corte.

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