Mobbing, indennizzo difficile

Pubblicato il 11 agosto 2006

Con la sentenza 17564 del 2 agosto passato, ha affermato che il lavoratore dequalificato non ha diritto al risarcimento del danno, se il datore prova che il demansionamento non dipende dalla propria condotta. Nella fattispecie sotto esame della Corte, la dequalificazione s’era verificata in diretta correlazione con la contrazione dell’attività dell’azienda, trovatasi in stato di liquidazione coatta amministrativa. ricorda che la violazione del diritto del lavoratore a svolgere la prestazione lavorativa, e, appunto, a non essere dequalificato, fa scattare l’obbligo di risarcimento (responsabilità risarcitoria) in capo al datore, secondo le regole generali sulla responsabilità contrattuale. Ma “nei casi in cui possa ravvisarsi una causa giustificativa del comportamento del datore di lavoro connessa all’esercizio di poteri imprenditoriali, garantiti dall’articolo 41 della Costituzione, ovvero di poteri disciplinari (...) – anche quando l’inadempimento della prestazione derivi comunque da causa non imputabile all’obbligato”, stante che l’onere della prova della sussistenza delle ipotesi lamentate grava sul datore, che ha veste di debitore, la responsabilità risarcitoria è, invece, esclusa.

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