Prestazioni assistenziali cedute da pensionati ricoverati presso strutture assistenziali comunali

L’INPS, con messaggio n. 3532 del 26 settembre 2018, si è occupato della problematica relativa alla cessione di prestazioni pensionistiche e assistenziali in favore di strutture assistenziali comunali da parte di pensionati ricoverati ed ha ricordato che in materia sussiste il principio della non cedibilità, sequestrabilità e pignorabilità di dette prestazioni, salve le eccezioni previste dal D.P.R. n. 180/1950 e da altre disposizioni di legge.

Tra le eccezioni suddette rileva l’articolo 128 del R.D.L. 4 ottobre 1935, n. 1827, che fa salva l’ipotesi di cessione, sequestro e pignoramento delle pensioni, degli assegni e delle indennità previste dallo stesso R.D.L. “nell’interesse di stabilimenti pubblici ospitalieri o di ricoveri per il pagamento delle diarie relative, e non oltre l’importo di queste”.

La suddetta norma è stata fin qui applicata per consentire la cessione dei trattamenti in godimento da parte di soggetti ricoverati in alcune strutture comunali e, per l’INPS, non può trovare applicazione con riferimento alle prestazioni di carattere assistenziale, poiché il citato R.D.L. ha ad oggetto il “perfezionamento e coordinamento legislativo della previdenza”.

Quindi, in mancanza di una disposizione che consenta la cedibilità di prestazioni di carattere assistenziale in favore di strutture assistenziali, deve ritenersi valido il divieto di cessione che abbia ad oggetto prestazioni di invalidità civile o assegno sociale, ai sensi dell’articolo 1 del D.P.R. n. 180/1950, per cui - conclude il messaggio - se alcune sedi dell’Istituto hanno fatto accordi con Istituti assistenziali che prevedono fattispecie di cessione di prestazioni assistenziali (prestazioni di invalidità civile e assegni sociali) dovranno risolvere le suddette clausole e ripristinare il pagamento nelle forme previste dalla normativa.