Riders, il Ministero del Lavoro contesta il CCNL

Pubblicato il 21 settembre 2020

A poche ora dalla firma fra AssoDelivery - l’associazione che rappresenta l’industria italiana del food delivery - ed il sindacato “UGL Rider”, del primo Contratto Collettivo Nazionale del Lavoro che aumenta le tutele dei riders, arriva la notizia che il Ministero del Lavoro avrebbe inviato una lettera ad Assodelivery contestando il meccanismo di retribuzione che sarebbe “parametrato esclusivamente sulle consegne effettuabili nel tempo unilateralmente stimato dalle piattaforme”.

Inoltre sarebbe contestabile anche il fatto che l'accordo non sia stato stipulato dagli altri sindacati (CGIL CISL E UIL), di fatto “scegliendosi un sindacato di comodo, l’unico vicino alle posizioni aziendali” (Scacchetti - CGIL).

Prevedendo un compenso minimo pari a 10 euro per ogni ora lavorata, necessaria per effettuare la consegna, si fingerebbe di fissare un minimo garantito ma si continuerebbe, in realtà, a considerare i riders dei lavoratori autonomi, retribuendoli a cottimo.

La retribuzione sarebbe, infatti, pari a 10 euro oraria solo nel caso in cui in un’ora un rider non rimanga fermo neanche un minuto, ma questo non avviene quasi mai: quando non ha ordini il rider starebbe comunque lavorando perché sarebbe al lavoro ed disposizione del datore di lavoro.

Ricorda a tal proposito Scacchetti della Cgil che il Ministero del Lavoro, nel tavolo di discussione aperto a Roma, aveva chiesto di non intervenire sulla qualificazione del rapporto di lavoro in quanto “Diverse sentenze identificano quello tra i rider e le piattaforme come un rapporto etero-organizzato” ex art. 2, D.Lgs. n. 81/2015.

Altri sono, poi, i punti di disaccordo anche di una certa portata, ma la questione si è appena aperta.

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