Sequestro per equivalente fino a completa estinzione del debito

Pubblicato il 01 settembre 2012 Le imprese morose soggiacciono inevitabilmente al sequestro preventivo finalizzato alla confisca per equivalente (articolo 322-ter del Codice penale) sui beni del legale rappresentante finché il debito non é completamente estinto. A nulla rileva l’avvenuto versamento di alcune rate dell'Iva secondo il piano di ammortamento concordato con l'amministrazione finanziaria.

E’ rigida la presa di posizione della Suprema corte che, con la sentenza n. 33587 depositata in cancelleria il 31 agosto 2012, non lascia scampo al soggetto che omette di corrispondere l’Iva a debito risultante in sede di dichiarazione annuale.

Riferendo l’articolo 10-ter del Decreto legislativo n. 74 del 2000, che sanziona quel comportamento, la Cassazione lascia un unico spiraglio al contribuente consentendogli di proporre istanza per ottenere la riduzione della misura sul suo patrimonio in ragione delle rate già versate.

Unica, coerente, occasione per scongiurare il sequestro è completare il pagamento rateale concordato col Fisco.
Allegati
Condividi l'articolo
Potrebbe interessarti anche

NIS, al via la seconda fase: misure, obblighi e scadenze ACN

02/05/2025

Licenziamento in malattia legittimo se l’attività extra ostacola la guarigione

02/05/2025

Credito estero: no a decadenza per omessa indicazione in dichiarazione

02/05/2025

UCPI: sciopero e manifestazione nazionale contro il Decreto sicurezza

02/05/2025

Maternità e formazione professionale continua, chiarimenti commercialisti

02/05/2025

Superbonus e CILA-S: decadenza dell’agevolazione per mancata compilazione del quadro F

02/05/2025

Ai sensi dell'individuazione delle modalità semplificate per l'informativa e l'acquisizione del consenso per l'uso dei dati personali - Regolamento (UE) n.2016/679 (GDPR)
Questo sito non utilizza alcun cookie di profilazione. Sono invece utilizzati cookie di terze parti legati alla presenza dei "social plugin".

Leggi informativa sulla privacy