Studi in rete. Con filtro

Pubblicato il 16 febbraio 2009

Il mondo dei professionisti, soprattutto con riferimento alle giovani generazioni, è pronto a sperimentare tutte le potenzialità offerte da internet; per contro, però, gli ordini professionali procedono con molta cautela e diffidenza. Il digitale, in ogni caso, sta diventando sempre più uno strumento utile per conquistare nuove fasce di clientela, velocizzare i rapporti con la pubblica amministrazione e semplificare il lavoro. I servizi utilizzati, poi, cambiano in base alla professione e alla dimensione degli studi. Ad esempio: commercialisti ed esperti contabili si dedicano all'F24 e alla Carta Nazionale dei Servizi, alla Pec e alla firma digitale con autenticazione del profilo mittente e garanzia di lettura del destinatario, alle consulenze online fornendo pareri via mail e al monitoraggio, continuo, delle operazioni effettuate dalla propria clientela; gli avvocati alla rassegna stampa del settore, agli Rss per le notizie di rilievo, all'accesso a banche dati e atti giudiziari, alla Pec, alle consulenze personalizzate; i consulenti del lavoro alla trasmissione via web-Tv di convegni e percorsi formativi, all'e-book con libri digitali dedicati all'approfondimento dei temi di attualità nonché all'accesso alla Pec, al certificato di ruolo e al documento di riconoscimento attraverso smart card; infine, i notai all'attività da provider per gli iscritti alla Rete Unitaria del Notariato (dall'accesso ad internet alla Pec, alla firma digitale), alla digitalizzazione della documentazione professionale, alla trasmissione di documenti in formato digitale tra giurisdizioni dell'Unione europea e all'e-learning con seminari e lezioni via internet.

Il professionista che entra in rete deve però applicare, con attenzione, le norme deontologiche. Le cautele, spesso, sono finalizzate a impedire l'attività promozionale illecita.

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