Stupro, Comune parte civile

Pubblicato il 16 ottobre 2008 La Corte di cassazione, con sentenza n. 38835 del 2008, ha accolto il ricorso presentato dal Comune di Roma contro la decisione con cui la Corte di appello gli aveva negato la possibilità costituirsi parte civile in un processo per stupro. I giudici di legittimità hanno spiegato come gli abusi sessuali importino la lesione non solo della libertà morale e fisica della donna, ma anche del concreto interesse del Comune alla preservazione del territorio da fenomeni che pregiudichino un bene giuridico la cui tutela sia posta dall'ente come obiettivo primario. Dalla frustrazione delle finalità e degli scopi del Comune, così, “può conseguire un danno per le diminuzioni patrimoniali eventualmente subite dagli organi comunali predisposti per alleviare i traumi delle vittime di abusi sessuali”. Inoltre, la Corte riconosce al Comune anche un danno morale per la lesione dell'interesse perseguito di garantire la libertà di autodeterminazione della donna e la convivenza pacifica all'interno del territorio comunale.
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