Adc congresso. Linee guida per la riforma dell’ordinamento

Pubblicato il 10 novembre 2018

L'Adc, durante il congresso tenutosi a Brescia, ha indicato le proprie linee guida per la riforma dell’ordinamento della professione (decreto legislativo 139 del 2005).

Secondo l'Associazione dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili si deve procedere con:

  1. l'ampliamento dell'oggetto della professione di cui all'articolo 1 del Dlgs 139/2005, con inserimento delle attività richieste oggi dal mercato, come già indicato da Adc al Consiglio nazionale;
  2. formazione obbligatoria e specializzazioni su tematiche aderenti alle richieste del mercato e non inutili bollini gonfi di autoproclamazione;
  3. regole di aggregazione che consentano l'effettivo sviluppo e che permettano la creazione di studi interprofessionali;
  4. l'alleggerimento degli adempimenti su privacy e antiriciclaggio a carico dei commercialisti;
  5. l'apertura di bandi e contributi che premino progetti di investimento da parte dei professionisti sulle Ict, anche e soprattutto per gli studi medio piccoli;
  6. l'apertura di tavoli istituzionali tematici favorendo il dialogo propositivo tra commercialisti e policy maker.

Il panorama economico, oggi, vuole consulenti con competenze trasversali e un mix di professionisti diversi con la finalità di rendere le aziende e gli imprenditori maggiormente competitivi attraverso la consulenza interdisciplinare.

Il professionista moderno deve saper utilizzare al meglio la tecnologia a disposizione e immaginare nuovi servizi per i clienti, anticipando le esigenze che le aziende dovranno affrontare, con una velocità sempre maggiore.

Convegno Cup. Calderone: l'equo compenso nel Def

E' stato presentato, nel corso del convegno “Le professioni tra autonomia e regolazione pubblica”, organizzato dal Cup in collaborazione con l'Università Luiss Guido Carli, il secondo rapporto sulle professioni regolamentate curato dal Cresme.

Nel suo intervento Marina Calderone, presidente del Cup e del Consiglio nazionale dei consulenti del lavoro, ha lanciato un input: “Nel Def ci starebbe proprio bene una norma che rafforzi l'equo compenso, perché un paese che punta sui giovani cresce e ha futuro”.

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