Affidamento a giudice di residenza abituale

Pubblicato il 21 marzo 2016

In materia di giurisdizione sui provvedimenti “de potestate” e di affidamento del minore, occorre fare riferimento, ai sensi delle disposizioni della Convenzione dell’Aja, al criterio della residenza abituale del minore medesimo, quale determinata in base alla situazione di fatto esistente all’atto di introduzione del giudizio, non essendo consentito il mutamento della competenza in ossequio al diverso principio di “prossimità”, evocabile solo in tema di competenza interna.

Occorre, ossia, fare riferimento al luogo in cui il minore, in virtù di una durevole e stabile permanenza, anche di fatto, ha il centro dei propri legami affettivi, non solo parentali, derivanti dallo svolgersi in detta località della sua quotidiana vita di relazione.

Luogo il cui accertamento è riservato all’apprezzamento del giudice di merito, incensurabile in sede di legittimità, se congruamente e logicamente motivato.

E’ quanto evidenziato dalle Sezioni unite civili di Cassazione nel testo della sentenza n. 5418 depositata il 18 marzo 2016.

Modifiche affidamento, giudice competente

Nella vicenda esaminata, la Suprema corte, nel pronunciarsi rispetto all’individuazione dell’autorità giurisdizionale competente a modificare il provvedimento di affidamento di un minore, ha confermato la valutazione complessiva operata dalla Corte d’appello di Bologna dei periodi di vita vissuti dal bimbo tra il nostro Paese e il Brasile.

Secondo la Corte di merito, dopo il periodo di circa tre anni vissuti dal bimbo in Brasile, il lasso di tempo di sei mesi trascorso successivamente in Italia non poteva considerarsi significativo ai fini di un suo radicamento.

Nella specie, è stata rigettata, per difetto di giurisdizione, l’impugnazione promossa da una padre dinanzi al giudice italiano avverso il provvedimento di collocazione del figlio presso la madre in Brasile.

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