AIDC. Integrazione denuncia: le norme sulle CFC ancora non in linea con la Ue

Pubblicato il 06 ottobre 2018

La Commissione per l'esame della compatibilità di leggi e prassi tributarie italiane con il diritto dell'Unione europea dell’Aidc di Milano ha inviato una integrazione alla denuncia n. 12/2016 sul regime fiscale delle cosiddette Controlled foreign companies (CFC). Ciò per segnalare il permanere dell’incompatibilità della normativa nazionale con i principi della Ue, anche dopo la pubblicazione dello Schema di Decreto legislativo di attuazione della Direttiva 2016/1164/UE del 12 luglio 2016 - ATAD 1.

Già nella prima denuncia, protocollata in data 7 aprile 2016, la Commissione aveva evidenziato – dopo aver passato in rassegna la normativa di recepimento in Italia della disciplina sulle CFC – come la norma interna si ponesse in netto contrasto con il principio di proporzionalità con conseguente lesione della libertà di stabilimento sancita dal Trattato, nonché con l’articolo 47 della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea.

Nonostante la pubblicazione dello Schema del Decreto legislativo di attuazione della Direttiva 2016/1164/UE del 12 luglio 2016, recante norme contro le pratiche di elusione fiscale (ATAD), discusso in sede di esame preliminare dal Consiglio dei Ministri l’8 agosto 2018, l’Aidc ha osservato il permanere di una situazione di incompatibilità della normativa nazionale con i principi dell’Unione europea.

Per tali ragioni, la Commissione di studio dei commercialisti ha inviato una integrazione per segnalare alla Commissione Ue che, in sede di recepimento della Direttiva ATAD, lo Stato italiano non ha rimosso le questioni di illegittimità comunitaria già sollevate, soprattutto quelle riguardanti l’inversione dell’onere della prova. Anzi, a queste si è aggiunto un ulteriore profilo in relazione al sistema d’inclusione della base imponibile dei redditi da passive income.

L’auspicio della Commissione Aidc è che la Commissione Europea, nell’ambito dei suoi compiti di vigilanza e di tutela del diritto comunitario, possa presto intraprendere un’adeguata azione nei confronti dello Stato italiano, ai fini di un sollecito superamento dei conflitti normativi sul regime fiscale delle CFC.

Per di più, l’Aidc ricorda che il Parlamento ha tempo fino al 9 ottobre 2018 per esaminare ed esprimersi sull’atto governativo di recepimento della Direttiva Ue 2016/1164.

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