Albi, liberalizzazioni a metà

Pubblicato il 22 marzo 2009

L'Antitrust, a conclusione di una corposa indagine conoscitiva avviata da gennaio 2007, sollecita i vari ordini professionali ad un nuovo intervento che garantisca maggiore concorrenza nei servizi professionali ed una più ampia libertà di iniziativa economica. Il garante, nel registrare, in generale, una certa resistenza ai principi di liberalizzazione introdotti dalla riforma Bersani, propone, per contro, un rafforzamento di quest'ultima con l'abolizione delle tariffe minime tout court, l'abrogazione del potere degli ordini di verificare la trasparenza e la veridicità della pubblicità, l'accesso agevolato, l'apertura degli organi di governo degli Ordini anche a soggetti esterni, l'apertura alla possibilità di associazioni di persone e/o capitali per fornire servizi di tipo interdisciplinare. I notai, in particolare, dovrebbero abrogare l'art. 30 del decreto legislativo 249/2006 che sanziona l'illecita concorrenza. Secondo l'Autority, in definitiva, gli Ordini dovrebbero limitarsi alla deontologia abbandonando l'attitudine di regolare le attività dei tipo economico degli iscritti.

I professionisti, dal canto loro, si dicono soddisfatti della relazione del Garante. Il presidente del Consiglio nazionale dei dottori commercialisti ed esperti contabili, Claudio Siciliotti, sottolineando come la propria categoria non abbia reali barriere protezionistiche nelle attività e nell'accesso alla professione, afferma di condividere la sollecitazione del Garante per il rafforzamento della concorrenza ed il superamento delle resistenze ai principi di liberalizzazione. Per gli avvocati, Guido Alpa, presidente del Consiglio nazionale si dice soddisfatto del fatto che l'Antitrust abbia vagliato favorevolmente il codice deontologico recentemente aggiornato.

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