Alpa: applicheremo le norme sulla conciliazione cercando di migliorarle

Pubblicato il 18 marzo 2011 Si sono aperti ieri, 17 marzo 2011, i lavori del VI Congresso giuridico forense di aggiornamento organizzato dal Consiglio nazionale forense, a Roma, presso il complesso monumentale di Santo Spirito in Sassia.

L'incontro ha preso il via con l'intervento del presidente del Cnf, Guido Alpa, il quale ha inviato un messaggio di risposta alle critiche al suo mandato sollevate dall'Oua durante la manifestazione contro la “mediaconciliazione” obbligatoria per il “tradimento” da lui asseritamente consumato su tale tema per non aver aderito alle iniziative di protesta dell'Oua.

Alpa, sottolineando di comprendere il malessere dei colleghi per “l'accerchiamento normativo” operato nei confronti dell'Avvocatura, ritiene necessario che, comunque, i legali provvedano ad applicare le norme “cercando sino alla fine di migliorarle” traendone, nel frattempo, “le opportunità che offrono” ed insistendo per il confronto istituzionale.

Per il Presidente del Cnf, l'avvocatura reagirà con rinnovato impegno nella difesa dei diritti e nella propria qualificazione ai diversi interventi che mirano ad erodere il suo ruolo; in particolare – continua Alpa - “nonostante tutti gli aspetti negativi della norma attuale, noi avvocati possiamo sostenere con forza la nostra terzietà, caratteristica che nessun altro Ordine e nessun'altra associazione potrà mai vantare in materia di conciliazione. Non a caso le nostre commissioni, e solo queste, staranno nei tribunali, non quelle dei medici o dei geometri, meno ancora quelle di associazioni e cooperative. Il nostro dovere è lavorare partendo da questi punti di forza”.

Nel corso dei lavori, il coordinatore del Cnf, Fabio Florio, ha reso noto che una delle maggiori preoccupazioni dell'avvocatura per quel che riguarda l'entrata in vigore della normativa sulla conciliazione obbligatoria è l'assenza, in circa 50 ordini sparsi nel territorio quali quelli del Tribunale di Torino, di Catania, di Bergamo, Como, Pavia, Palermo, Pisa, Sulmona e Reggio Calabria, di locali da dedicare alla mediazione. La richiesta di slittamento di un anno per l'avvio della norma - sottolinea Florio - nasceva proprio dalla necessità di evitare detti problemi organizzativi.
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