Anai. Regolamento specializzazioni forensi al Tar

Pubblicato il 18 novembre 2015

Anche l'Associazione nazionale avvocati italiani (così come l' Oua lo scorso 13 novembre 2015) ha impugnato dinnanzi al Tar Lazio il testo del nuovo Regolamento sulle specializzazioni (D.m. 12/08/2015 n. 144) entrato in vigore il 16 novembre 2015, in quanto – a detta dell'Associazione – stravolge l'innovazione ordinamentale, non garantisce la qualità delle specializzazioni e va a penalizzare eccessivamente i giovani professionisti.

Per la specializzazione, puntare più alla qualità degli incarichi 

Contestata in particolare – come dichiarato dal Presidente Anai Maurizio de Lilla – la previsione quantitativa e non qualitativa degli incarichi per conseguire e mantenere la specializzazione.

Non viene difatti rispettata – stante la genericità ed incongruenza del Regolamento - l'esigenza di creare una certificazione di eccellenza nell'esercizio professionale; il che costituisce senz'altro elemento di forte inflazione (gran parte dei 250 mila avvocati sono infatti già pronti a candidarsi al ruolo di specialisti, vanificando l'intento di discrimine qualitativo del legislatore).

A parere dell'Anai, i criteri di cui al regolamento, dovrebbero essere dunque riformulati in modo che il titolo di specialista possa essere conferito (al contrario della previsione attuale) non tanto a chi riceve un ampio numero di mandati in un determinato settore, quanto, al contrario, a chi svolge in quel settore un lavoro di alta qualificazione professionale.

Censurata la specializzazione "esclusivamente" post formazione universitaria 

Censurata infine l'ulteriore previsione regolamentare secondo cui è possibile accedere al titolo di avvocato specializzato previo percorso formativo universitario.

Ricorda infatti l'Associazione, che l'accesso ai corsi universitari non richiede nemmeno l'aver conseguito il titolo di avvocato. Sicché, in linea teorica, il neolaureato con percorso universitario potrebbe aver superato l'esame di Stato e poi divenire paradossalmente avvocato specialista senza aver patrocinato nemmeno un giudizio.  Sarebbe in proposito necessario - puntualizza ancora il Presidente - un percorso che costituisca un giusto mix tra esperienza accademica e nel campo professionale. 

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