Anc, Adc. Dl fiscale, allarme revisori enti locali su nomina del presidente

Pubblicato il 12 dicembre 2019

L’emendamento al Dl fiscale che ripropone la nomina diretta del presidente dell’organo di revisione degli enti locali sia stralciato.

Via il sorteggio, per il presidente torna la nomina. Un passo indietro irragionevole. Così titola il comunicato stampa congiunto ADC - ANC del 10 dicembre 2019 a commento di uno degli emendamenti al decreto fiscale (Ddl 124/2019).

Sia stralciato in sede di approvazione finale del decreto fiscale alla manovra 2020.

Inserito dalla Camera, a sorpresa, in sede di conversione, l’emendamento reintroduce - nelle province, nelle città metropolitane, nelle unioni di comuni che esercitano in forma associata tutte le funzioni fondamentali e nei comuni con popolazione superiore a 15mila abitanti - la norma che prevede, nei casi di composizione collegiale dell’organo di revisione, che i consigli eleggano, a maggioranza assoluta dei membri, il componente dell’organo con funzioni di presidente, scelto tra i soggetti validamente inseriti nell’elenco. Di più: una seconda modifica approvata cambia l’articolazione dell’elenco, che dovrà essere su base provinciale e non più regionale.

Anc, Adc. Dl fiscale: la nomina del presidente è un ritorno al passato irragionevole

Se passerà l’iter parlamentare, per il ruolo del presidente nella selezione dei revisori dei conti negli enti locali sarà reintrodotta la nomina da parte dei consigli comunali, al posto del vigente criterio dell’estrazione a sorte.

Pronta risposta dei presidenti Adc, Maria Pia Nucera, e Anc, Marco Cuchel: l’emendamento è un clamoroso passo indietro sul fronte della tutela dell’indipendenza e della terzietà dell’organo di revisione.

“È dal 2012 - spiegano i presidenti nel comunicato - che è in vigore il metodo del sorteggio per la nomina dei revisori negli enti locali, a cui si è giunti evidentemente dopo il fallimento dell’esperienza del criterio della nomina fiduciaria da parte dei consigli comunali, oggi pertanto questo ritorno al passato appare irragionevole”.

Ribadendo l’opportunità di intervenire sui criteri dell’algoritmo che governa l’estrazione a sorte, al fine di risolvere anomalie e storture, nel comunicato si sottolinea che quella prospettata è una soluzione improponibile.

Reintrodurre la scelta da parte della politica, con la nomina diretta del presidente dell’organo di revisione da parte dei consigli comunali: “è una sostanziale contraddizione: l’organo soggetto al controllo che sceglie e nomina il proprio controllore è quanto di più distante possa esserci dall’esercizio della funzione nel rispetto della trasparenza e dell’indipendenza”.

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