Anche il credito con la P.a. è a rischio

Pubblicato il 24 novembre 2009

I giudici della Corte di cassazione prendono atto del cambiamento avvenuto nel panorama dei rapporti tra pubblica amministrazione ed impresa relativamente all’onorabilità dei pagamenti della prima e cambiano orientamento sull’iscrizione dei crediti contratti con la p.a.

Con sentenza n. 24526 del 22 novembre 2009 della sezione tributaria si afferma che il ritardo della pubblica amministrazione a pagare quanto dovuto alle imprese private è da imputare all’introduzione del patto di stabilità e quindi alla riduzione delle risorse statali; ma questo ritardo comporta che il privato deve sopportare per un tempo non stimabile oneri bancari molto più alti degli interessi legali che gli saranno riconosciuti con il pagamento del dovuto. In considerazione di ciò, ora bisogna ammettere che anche in presenza di un debito con un ente pubblico, finora considerato sempre solvibile, è possibile effettuare l’iscrizione del credito nella voce accantonamento per rischi su crediti. Saranno quindi deducibili anche quegli interessi di mora derivanti dai contratti con la pa.

Inoltre si conferma che i costi del credito vanno iscritti in bilancio nel momento in cui il debito è sorto e non alla ricezione delle fatture.

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