Anche per il condannato diritto alla “riparazione”

Pubblicato il 30 gennaio 2009

Le Sezioni unite penali della Cassazione, con la sentenza n. 4187 del 29 gennaio 2009, hanno statuito che la riparazione per ingiusta detenzione spetta anche quando l'imputato è stato assolto non perché innocente ma perché il reato si è prescritto. I giudici di legittimità hanno così annullato un'ordinanza con cui la Corte d'Appello di Reggio Calabria aveva negato l'indennizzo ad un uomo, sottoposto a carcere preventivo per un periodo superiore rispetto alla condanna inflitta in primo grado, poi prosciolto, in secondo grado, per prescrizione del reato. Per le Sezioni unite, “l'istituto è applicabile non solo nei casi di assoluzione dalle imputazioni, ma anche in quelli di proscioglimento per altra causa, non di merito, ed infine qualora la custodia cautelare sia stata superiore rispetto alla pena irrogata con sentenza definitiva”. In questi casi, tuttavia, l'indennizzo dev'essere ridotto perché - precisa la Cassazione - “il grado di sofferenza” di un innocente ingiustamente finito in carcere è “amplificato” rispetto al “colpevole ristretto per un periodo superiore alla pena”.

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