Anno giudiziario 2020. CNF: avvocati custodi dei diritti fondamentali

Pubblicato il 03 febbraio 2020

Oggi la giurisdizione è pienamente orientata secondo Costituzione?

E’ la domanda che ha posto il presidente del Consiglio Nazionale Forense, Andrea Mascherin, nel corso del suo intervento alla cerimonia di inaugurazione dell’anno giudiziario 2020 in Cassazione.

Il rappresentante del CNF ha spiegato l’importanza di questa cerimonia, il cui significato sarebbe quello di ricordare la centralità della corretta idea di giurisdizione in un sistema democratico.

Oggi, secondo Mascherin, vi sarebbe il pericolo “di uno scostamento dalla idea costituzionale di processo, inteso come sede di composizione dialettica dei conflitti, e lo stesso vale per alcune dinamiche del convivere e del confronto sociale”.

Giurisdizione e processo - ha evidenziato- “significano mediazione e risoluzione secondo diritto dei conflitti tra i cittadini e tra i cittadini e lo Stato, diritto inteso come unico strumento non sacrificabile di garanzia della pace sociale, diritto e giurisdizione che non possono dunque essere piegati a interessi o obiettivi diversi da quelli della ricerca di un equilibrio collettivo democratico e pacifico”.

Non sarebbe ossia ragionevole condizionare le scelte politiche ai sondaggi, privilegiando in questo modo aspetti emozionali e suggestivi rispetto a quelli razionali e tecnici, “rifuggendo di conseguenza da opzioni che debbono, se necessario, essere anche impopolari, o sposando compromessi al ribasso”.

Assecondare un approccio irrazionale e atecnico alla giustizia - ha quindi continuato - porterebbe al rischio di deviare da principi cardine nel nostro sistema, tra i quali la presunzione di non colpevolezza, il diritto alla difesa, il principio di assistenza ai non abbienti, l’indipendenza e autonomia della magistratura.

Avvocato in Costituzione

Mascherin ha quindi ricordato il ruolo degli avvocati, “chiamati a custodire i diritti fondamentali e le libertà, tra queste certamente anche quella della magistratura”.

“Avvocatura e magistratura” - ha sottolineato - “devono essere consapevoli che sulla loro indipendenza non può scendersi a compromessi, non difenderla reciprocamente vorrà dire votarla ad un non evitabile indebolimento”.

Secondo il vertice del CNF, in detto contesto, la tutela della giurisdizione passa attraverso il riconoscimento del pieno ruolo dell’avvocato in Costituzione.

Un impegno, questo, rispetto al quale il Presidente Mascherin ha ribadito di essere grato al ministro della Giustizia per l’appoggio più volte manifestato.

Tuttavia, viene anche ricordato l’altro tema che invece separa la posizione degli avvocati da quella del Guardasigilli, ossia quello della prescrizione penale.

Per Mascherin, in proposito, “solo importanti investimenti nella giustizia possano coniugare effettività delle tutele ed efficienza del sistema”.

L’auspicio è che si continui a promuovere interventi in organici di magistrati, di personale amministrativo, di strumentazione, in edilizia giudiziaria, insieme a progetti condivisi di lunga prospettiva temporale, indipendenti dal mutare dei governi. 

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