Assegnazione di stock option da parte di soggetto extra UE. Tassazione

Pubblicato il 19 ottobre 2021

A seguito dell’acquisizione da parte di società extra UE di una controllante, è stata riconosciuta, ai dipendenti già beneficiari di piani di azionariato, la possibilità di ricevere Restricted Stock Units della Capogruppo in sostituzione del valore - non attribuito - delle azioni che sarebbero maturate dopo l'estate 2019 e che, a seguito dell'acquisizione, sono state cancellate.

Si fa richiesta di conoscere il comportamento da tenere in relazione agli obblighi di sostituzione d'imposta derivanti dall'assegnazione in parola.

Fornendo la risposta, l’Agenzia delle Entrate richiama il regime convenzionale di cui all'articolo 15, paragrafo 1, del Modello di Convenzione OCSE: in caso di ricezione di stock options, alle quali possono essere equiparate le RSU, la potestà impositiva dello Stato della fonte è subordinata alla condizione che tali compensi in natura derivino da un'attività di lavoro dipendente svolta in detto Stato. Non assumono importanza né il momento in cui il reddito è corrisposto, né che la tassazione avvenga successivamente e il dipendente non si trova più nello Stato.

Posto ciò, la risposta n. 707 del 14 ottobre 2021 afferma che il reddito rileverà per lo Stato italiano qualora, nel periodo di maturazione del diritto, il dipendente abbia svolto attività di lavoro in Italia.

Per quanto riguarda gli obblighi di sostituzione, la capogruppo non è tenuta ad assolverli se i beneficiari del piano non hanno più un rapporto di lavoro subordinato e/o collaborativo con la stessa; infatti non è da ritenere il soggetto che assegna le azioni e, in ogni caso, i lavoratori destinatari non sono dipendenti.

Sarà onere dei singoli ex dipendenti presentare la dichiarazione dei redditi in Italia nel periodo d'imposta in cui esercitano l'opzione relativamente ai redditi che sono soggetti a tassazione in Italia.

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