Autovelox legittimo solo in presenza di verifiche periodiche

Pubblicato il 19 giugno 2015

E' costituzionalmente illegittimo l'articolo 45, comma 6 del Codice della strada (Decreto legislativo n. 285/1992) nella parte in cui, in materia di dispositivi atti all'accertamento e al rilevamento automatico delle violazioni alle norme di circolazione, non prevede che tutte le apparecchiature impiegate nell'accertamento delle violazioni dei limiti di velocità siano sottoposte a verifiche periodiche di funzionalità e di taratura.

E' quanto evidenziato dalla Corte costituzionale con sentenza n. 113 del 18 giugno 2015.

La legittimità dell'esenzione per tali strumenti da una procedura di verifica periodica del loro funzionamento è stata sottoposta al vaglio della Consulta dalla Corte di cassazione, Seconda sezione civile, in riferimento all'articolo 3 della Costituzione, e ciò sotto il profilo della palese irragionevolezza della norma impugnata.

E' irragionevole l'esonero da verifiche periodiche, o successive ad eventi di manutenzione

Censura ritenuta fondata dalla Corte costituzionale secondo la quale l'articolo 45 citato collide con il “principio di razionalità, sia nel senso di razionalità formale, cioè del principio logico di non contraddizione, sia nel senso di razionalità pratica, ovvero di ragionevolezza”.

In primo luogo, infatti, qualsiasi strumento di misura, specie se elettronico, è soggetto a variazioni delle sue caratteristiche e quindi a variazioni dei valori misurati dovute ad invecchiamento delle proprie componenti e ad eventi quali urti, vibrazioni, shock meccanici e termici, variazioni della tensione di alimentazione.

Ciò senza contare che “i fenomeni di obsolescenza e deterioramento possono pregiudicare non solo l'affidabilità delle apparecchiature, ma anche la fede pubblica che si ripone in un settore di significativa rilevanza sociale, quale quello della sicurezza stradale”.

Del resto - si legge nel testo della sentenza - il bilanciamento realizzato dall'articolo 142 del Codice della strada ha per oggetto, da un lato, interessi pubblici e privati estremamente rilevanti, quali la sicurezza della circolazione, la garanzia dell'ordine pubblico, la preservazione dell'integrità fisica degli individui, la conservazione dei beni, e dall'altro, la certezza dei rapporti giuridici ed il diritto di difesa del sanzionato. E detto bilanciamento si concreta attraverso una sorta di presunzione, fondata sull'affidabilità dell'omologazione e della taratura dell'autovelox, che consente di non ritenere pregiudicata oltre un limite ragionevole la certezza della rilevazione e dei sottesi rapporti giuridici.

Rilevanti i risvolti che potranno conseguire da questa pronuncia, soprattutto con riferimento alle multe per le violazioni accertate con autovelox non ancora pagate. 

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