L’Associazione nazionale magistrati, a mezzo del proprio presidente, Eugenio Albamonte, si è detta “sorpresa” della reazione di dura critica con cui la magistratura onoraria ha accolto il proprio parere rispetto all’ipotesi stabilizzazione, per come sollecitato dal ministro della Giustizia, Andrea Orlando.
Secondo l’ANM, trattandosi di un “pronunciamento istituzionale sull’impatto della legge”, non sarebbe stato ben compreso “il contesto” in cui è lo stesso è stato espresso.
Le rivendicazioni della categoria non sono state riprese nel citato parere ma su queste, precisa l’ANM, “non siamo stati interpellati”
Il nostro – ha sottolineato Albamonte - è un parere ricco di apprezzamenti per i giudici onorari e nel medesimo è stata anche sottolineata la condivisione dell’impianto della delega e che l’ANM, di fatto, è assolutamente d’accordo con la proroga per quattro quadrienni dei giudici onorari in servizio.
Da qui l’auspicio a riprendere l’interlocuzione e il confronto “se ce lo chiederanno”.
Ma la polemica non si placa ed i magistrati onorari sembrano rincarare la dose.
E’ di ieri, 26 aprile 2017, un nuovo comunicato congiunto delle associazioni maggiormente rappresentative della categoria in cui viene espressa “grande delusione nei confronti di una figura, la magistratura professionale, la quale quotidianamente si è "servita" dei magistrati onorari per decenni, e da cui ci si sarebbe attesi un maggiore riconoscimento”.
In particolare, viene sottolineato come il Comitato direttivo centrale dell’Associazione dei magistrati non abbia speso una parola sulla grave situazione dei giudici onorari in servizio, e non abbia preso in considerazione né l’appello della Presidente della Commissione Petizioni del Parlamento Europeo, Dr.ssa Cecilia Wilkstrom, né le comunicazioni dei Presidenti dei Tribunali inviate al Ministro, né, soprattutto, l’apertura del parere del Consiglio di Stato ad una ipotesi di permanenza delle funzioni.
Di fronte a tutto questo – sottolinea la categoria – “è legittimo chiedersi se questa ANM sia veramente rappresentativa della magistratura italiana”.
Di certo – viene amaramente concluso – “non lo è per la magistratura onoraria”.
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