Camere di commercio. Illegittimo l'obbligo di riversare i risparmi da spending review

Pubblicato il 17 ottobre 2022

E' irragionevole, per la Corte costituzionale, l’applicazione alle Camere di commercio delle disposizioni che impongono di riversare al bilancio dello Stato i risparmi derivanti dalle regole di contenimento della spesa.

Ciò, in ragione della particolare autonomia finanziaria delle Cciaa, preclusiva della possibilità di ottenere finanziamenti adeguati da parte dello Stato e di interventi di ripianamento di eventuali deficit generati dalla gestione amministrativa dei medesimi.

Lo si apprende dalla lettura della sentenza n. 210 del 14 ottobre 2022, con cui la Consulta si è pronunciata sul giudizio di legittimità costituzionale sollevato dal Tribunale ordinario di Roma in riferimento a una serie di norme in materia di "spending review".

Si tratta, nel dettaglio:

Tutte tali disposizioni sono state censurate nella parte in cui le stesse prevedono, limitatamente alla loro applicazione alle Camere di commercio dal 1° gennaio 2017 al 31 dicembre 2019, "che le somme derivanti dalle riduzioni di spesa ivi previste siano versate annualmente ad apposito capitolo di entrata del bilancio dello Stato". 

Per la Corte, anche se, in contesti di grave crisi economica, risulta appropriata la scelta del legislatore di imporre regole di contenimento della spesa, non altrettanto si può dire per l’obbligo di riversare al bilancio dello Stato i risparmi ottenuti, "vanificando lo sforzo sostenuto dalle Camere di commercio nel conseguire detti risparmi e lasciando invariato il saldo complessivo della spesa consolidata".

L’equilibrio della finanza pubblica allargata, infatti, non può essere realizzato attraverso lo “sbilanciamento” dei conti delle Camere di commercio, dato peraltro che, in questo modo, si provocano indubbi riflessi negativi sui servizi alle imprese.

In particolare, è stato rilevato che dal 2017 l’importo del diritto camerale che le imprese corrispondono alle Camere di commercio è stato ridotto dal legislatore in maniera crescente, fino ad arrivare al 50%.

Detta riduzione, unita all’obbligo di riversare al bilancio dello Stato i risparmi che scaturiscono dalle norme di revisione della spesa, ha inciso in maniera sempre più gravosa sui bilanci delle Cciaa rendendo, dal 2017 e fino al 2019, "i sacrifici imposti dalle disposizioni censurate non più sostenibili e non compatibili con il dettato costituzionale".

Per la Consulta, in definitiva, dall’anno 2017 e fino a tutto il 2019, l’obbligo di versamento allo Stato dei risparmi conseguiti "mina gravemente la sostenibilità della gestione economico-finanziaria" di tali enti, determinando anche un aggravamento dei relativi bilanci, le cui entrate risultano, a regime, effettivamente dimezzate.

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