Cartella con interessi in chiaro

Pubblicato il 09 dicembre 2016

La cartella di pagamento deve contenere l’indicazione chiara del tasso di interesse e del metodo di calcolo applicati.

Il contribuente, ossia, deve essere messo in condizione di controllare la correttezza del calcolo degli interessi operato dall’Agenzia delle entrate sulla base della somma dovuta a titolo di imposta.

E’ quanto sottolineato dalla Sezione tributaria di Cassazione nel testo della sentenza n. 24933 del 6 dicembre 2016, con la quale è stato rigettato il ricorso promosso dall’amministrazione finanziaria contro l’annullamento disposto dai giudici di merito rispetto ad una cartella esattoriale notificata ad alcuni contribuenti.

Con la cartella in oggetto era stato richiesto il pagamento, oltre che dei compensi per la riscossione, di 44mila euro per interessi pretesi dal Fisco in relazione alla somma dovuta per l’imposta di successione che era stata pagata in ritardo a causa della sospensione della cartella originaria disposta dall’Agenzia stessa.

Nella specie, tuttavia, l’atto impugnato conteneva esclusivamente il riferimento al periodo di debenza degli interessi e al provvedimento di revoca di sospensione della cartella medesima nel giudizio concernente l’imposta a cui si riferiva.

Vizio di motivazione

Elementi ritenuti non sufficienti per la Suprema corte, in quanto in assenza dell’indicazione del tasso e del metodo di calcolo era di fatto impedito, ai contribuenti, il controllo sulla correttezza del calcolo operato.

In mancanza di qualsiasi riferimento al tasso di interesse, quindi, la cartella era da considerarsi priva di motivazione.

Seppure – sottolinea la Corte – si può affermare che i contribuenti “fossero a conoscenza della somma dovuta a titolo di imposta di successione, pari alla metà di quella originariamente pretesa dall’ufficio con la cartella poi sospesa, e del periodo relativamente al quale gli interessi erano stati calcolati, non avevano contezza alcuna del tasso e del metodo di calcolo, sicché avrebbero dovuto attingere aliunde a nozioni giuridiche per ricostruire il metodo seguito dall’ufficio”.

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