Casse professionisti: timore di un ritorno sotto il controllo dello Stato

Pubblicato il 07 dicembre 2013 Nel corso dell'incontro organizzato a Roma dall'Unione giovani dottori commercialisti ed esperti contabili sul rapporto Stato-Professione, il presidente della Cassa di previdenza e assistenza dei dottori commercialisti, Renzo Guffanti, ha lanciato un allarme ribadendo come gli enti di previdenza privati rischiano di confluire sempre di più verso il sistema pubblico.

E questo a causa proprio del fatto che le Casse dei professionisti, anche se solo per fini statistici, sono state inserite nell’elenco Istat degli enti di interesse pubblico, per cui, da quel momento, il legislatore nel regolamentare le pubbliche amministrazioni rimanda al citato elenco, includendo in tal modo anche gli enti di previdenza privati dei professionisti.

Con il rischio, spiega Guffanti, che spesso viene riconosciuta la natura privata e la autonomia gestionale delle Casse anche se poi, nelle varie norme che vengono approvate, tale autonomia non viene rispettata.

Un esempio clamoroso è la Legge sulla spending review che ha imposto alle Casse dei tagli ai costi amministrativi e l'obbligo di riversare quanto risparmiato allo Stato. E la questione non finisce qui, basti pensare a tutta quella serie di norme che impongono agli enti pubblici di redigere entro l’anno budget triennali, sulla base di regole tipiche degli enti pubblici che sono ben diverse da quelle che regolano le istituzioni di diritto privato come le Casse di previdenza professionali.

La situazione appare così difficile da gestire, visto che le regole da seguire sono molte volte in contraddizione tra di loro e il timore, non del tutto infondato tra i professionisti, è che proprio tutto ciò potrebbe portare le Casse di nuovo sotto il controllo dello Stato, nonostante la loro avvenuta privatizzazione nel 1994.
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