Cig in deroga: il dissenso del Cup per l'esclusione dei professionisti

Pubblicato il 06 dicembre 2013 A seguito della divulgazione del contenuto della bozza di decreto diretta a ridisegnare i contenuti della cassa integrazione in deroga, la Presidente del Comitato unitario permanente degli Ordini e Collegi professionali, Marina Calderone, con lettera del 5 dicembre 2013, indirizzata al Ministro del lavoro, Enrico Giovannini, si pronuncia in materia.

Infatti nella bozza di decreto si prevede l'esclusione dei datori di lavoro non imprenditori - tra i quali rientrerebbero i titolari di studi professionali - dalla Cig in deroga.

La Presidente ha espresso il suo “sconcerto misto a preoccupazione per il momento storico in cui si collocherebbe questo provvedimento. Il volume occupazionale dell'indotto è pari complessivamente a quasi 2,15 milioni di unità, suddivisi tra circa 1 milione di dipendenti degli studi professionali (308 mila professionisti e 690 mila non professionisti) e 1,15 milioni di occupati nell'indotto allargato (servizi, macchinari e attrezzature ad uso degli studi professionali). Nel complesso tra occupazione diretta (2,1 milioni) e indotto, il bacino occupazionale delle professioni è stimato in poco più di 3,9 milioni di posti di lavoro, pari al 15,9% dell'occupazione complessiva, con l'8,5% di occupazione diretta e l'8,7% nell'indotto”.

Disappunto, quindi, per questa scelta diretta a realizzare una distinzione tra imprese e datori di lavoro, sacrificando questa importante parte del mondo produttivo.

Pur risultando chiaro il clima generale di ristrettezze del bilancio statale, il Cup mette in rilievo come risulti “inaccettabile la revoca netta di una misura che in questi anni ha permesso di sostenere la rete degli studi professionali soprattutto di piccole dimensioni”.

Concordi sulla natura discriminatoria della disposizione anche il Presidente di Confprofessioni, Gaetano Stella, e la Presidente del Colap, Emiliana Alessandrucci.
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