Class action, bisogna rifare tutto

Pubblicato il 19 giugno 2008

Nella manovra finanziaria approvata ieri dal Consiglio dei Ministri, è contenuto un rinvio di 6 mesi per l'entrata in vigore della legge sulle class action. L'Avvocatura, che auspicava detto slittamento, ha avanzato diverse proposte di modifica della normativa predisposta che risulterebbe, allo stato, piuttosto indefinita e confusa, tanto da poter rallentare il sistema giudiziario. Secondo Guido Alpa, presidente del Cnf, infatti, molti sono i problemi interpretativi che emergono in ordine all'ambito di applicazione della norma, non risultando chiaro se le azioni collettive possano essere promosse solo nelle situazioni disciplinate dal codice del consumo o, come sarebbe auspicabile, anche in ambiti diversi come quello bancario, assicurativo o ambientale. Altro dubbio da chiarire è se la legge sia retroattiva, se la legittimazione ad agire spetti solo alle associazioni riconosciute, se possano essere promosse più azioni collettive nei confronti di uno stesso soggetto. Alpa propone la costituzione di un gruppo di lavoro con i ministri competenti al fine di colmare le lacune evidenziate. Avanzando rilievi del tutto analoghi, l'Oua, a mezzo del vicepresidente Andrea Pasqualin, ritiene non sia inoltre chiaro in quali momenti del processo possa avvenire l'opt in, meccanismo processuale, cioè, che permette l'adesione alla class action anche in corso di causa. Anche l'Aiga è intervenuta in materia redigendo un documento che evidenzia proposte di modifica della normativa. In particolare, sottolinea il presidente Valter Militi, le class action non devono essere di monopolio delle associazioni dei consumatori; Aiga propone, in merito, che venga riconosciuta alle associazioni di avvocati una posizione paritaria con dette associazioni di consumatori e prospetta, altresì, la possibilità di azioni collettive promosse anche nei confronti della pubblica amministrazione. L'Aiga critica, inoltre, che la fase conciliativa sia prevista solo al termine dell'azione giudiziaria collettiva. Piero Balsamo, del direttivo di Anf, sottolinea, infine, come vada comunque ridimensionato il ruolo delle associazione dei consumatori, evidenziando l'importanza che ad agire siano dei soggetti veramente rappresentativi.

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