Collegato lavoro: conciliazione non più obbligatoria

Pubblicato il 27 novembre 2009
Nella seduta del 26 novembre, il Senato ha approvato il disegno di legge n. 1167, cosiddetto Collegato lavoro, che contiene deleghe al Governo anche in materia di controversie di lavoro. Il testo torna così, per la terza volta, all'esame della Camera.

Tra le novità di maggiore interesse, si segnala la modifica del processo del lavoro e, in particolare, il venire meno dell'obbligatorietà del tentativo di conciliazione preliminare previsto dall'art. 410 c.p.c. quale condizione di procedibilità per iniziare una causa di lavoro. Inoltre, viene favorito il ricorso allo strumento dell'arbitrato con l'attribuzione di una maggiore autonomia alle parti ed una riduzione del ruolo dei giudici. Saranno tre le modalità di attuazione degli arbitrati, modalità affidate alle parti sociali sulla base della contrattazione collettiva.

Il tentativo di conciliazione, privato dal Collegato lavoro della sua obbligatorietà nelle liti di lavoro, viene valorizzato, per contro, dal ministero del Walfare che, con circolare n. 36 del 26 novembre 2009, lo assurge a condizione di procedibilità nell'attività ispettiva delle Direzioni provinciali del Lavoro. L'attività conciliativa dovrà così procedere sia il verbale ispettivo che la stessa attività ispettiva. Una volta presentata una richiesta di intervento da parte del lavoratore, lo stesso sarà avvertito della possibilità di definire la lite mediante lo strumento conciliativo. Necessario il consenso del datore.
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