Commercio di prodotti con segni falsi, anche se la riproduzione non è “fedele”

Pubblicato il 05 marzo 2015 Secondo la Corte di Cassazione, seconda sezione penale -  sentenza n. 9369 depositata il 4 marzo 2015 - integra il reato di commercio di prodotti con segni falsi, la riproduzione del personaggio tutelato dal marchio registrato, ancorché non fedele ma espressiva di una forte somiglianza, quando sia possibile rilevare una inequivocabile possibilità di confusione delle immagini, tale da indurre il pubblico ad identificare erroneamente la merce come proveniente da un determinato produttore.
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