Commesse pluriennali: dal punto di vista fiscale, perdita o utile in base all’avanzamento dei lavori

Pubblicato il 06 marzo 2010

Nel redigere il bilancio 2009, le società che realizzano lavori pluriennali in appalto o su commessa devono prestare particolare attenzione alla corretta valutazione dell’importo che deve essere iscritto nel rendiconto di fine anno. Nel caso, infatti, di commesse pluriennali in perdita si dovranno adottare rigorosi criteri di prudenza sia da un punto di vista contabile che fiscale.

Da un punto di vista contabile, è da verificare se esiste un eventuale margine negativo che dovrà essere contabilizzato iscrivendo la perdita interamente nell’esercizio in cui si è realizzata.

Da un punto di vista fiscale, invece, il risultato che si consegue, indipendentemente che sia un utile oppure una perdita, deve essere valutato in base all’avanzamento dei lavori. C’è, poi anche un’alternativa che è quella di valutare la commessa al costo rinviando il margine al termine dei lavori (metodo della commessa completata). Si tratta, però, di un metodo che, seppure accettato, non è in grado di raffigurare correttamente il risultato d’esercizio per competenza economica.

Sull’argomento è intervenuto anche il principio contabile Oic23 che ha stabilito che indipendentemente dal criterio di valutazione adottato, se per completare una commessa si deve sostenere una perdita questa va imputata per intero al conto economico, approdando in un apposito fondo oppure riducendo il valore delle rimanenze finali. Viceversa, il risultato positivo delle commesse pluriennali concorre a formar eil reddito d’impresa in base allo stato di avanzamento dell’opera.

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