Compenso di disponibilità, la parola ai contratti

Pubblicato il 04 febbraio 2005

Uno degli aspetti più problematici del lavoro intermittente è quello legato all’indennità di disponibilità. La legge prevede che venga corrisposta una somma di denaro al lavoratore, che si vincola contrattualmente a rispondere alla chiamata, per i periodi nei quali garantisce la propria disponibilità. Sul punto si precisa che, qualora il lavoratore dovesse avere un contratto di lavoro intermittente stipulato per particolari periodi (ad esempio: periodo natalizio, pasquale o estivo), l'indennità di disponibilità è dovuta solo in caso di effettiva chiamata, ma per tutto il periodo di inattività precedente e posteriore alla chiamata stessa. Con riguardo, invece, al lavoro a chiamata effettuato fuori dai suddetti periodi particolari, l'indennità di disponibilità dovrà coprire tutto il periodo contrattuale, salvo che il lavoratore non risulti mai chiamato durante l'intero periodo di durata del contratto. Nel caso di lavoro intermittente a tempo indeterminato, ci si trova nell’impossibilità di circoscrivere il periodo di durata del contratto in relazione al quale determinare l’indennità. 

Allegati
Condividi l'articolo
Potrebbe interessarti anche

Energy Release 2.0: nuovo decreto MASE 2025 con aste pubbliche e vantaggio residuo

29/10/2025

Tax Credit Librerie: domande in scadenza

29/10/2025

Commercio e turismo Cifa. Minimi

29/10/2025

Sicurezza sul lavoro, dal Cdm ok al decreto

29/10/2025

Il lavoro subordinato tra familiari nell'analisi della Fondazione studi

29/10/2025

Nuovo bonus mamme 2025: al via le domande all’INPS

29/10/2025

Ai sensi dell'individuazione delle modalità semplificate per l'informativa e l'acquisizione del consenso per l'uso dei dati personali - Regolamento (UE) n.2016/679 (GDPR)
Questo sito non utilizza alcun cookie di profilazione. Sono invece utilizzati cookie di terze parti legati alla presenza dei "social plugin".

Leggi informativa sulla privacy