Concessioni edilizie illegittime. Non sempre abuso d'ufficio

Pubblicato il 08 gennaio 2016

Il rilascio di una concessione edilizia illegittima non sempre giustifica l'imputazione di abuso d' ufficio, qualora non risulti accertato il dolo intenzionale in capo al soggetto agente.

Abuso d'ufficio. Serve il dolo intenzionale quanto all'evento

In tema di abuso d'ufficio infatti - a seguito della trasformazione da reato di pura condotta a reato di evento (avvenuta con Legge n. 1234 del 1997) - il dolo richiesto è generico solo quanto alla condotta, mentre assume la forma del dolo intenzionale quanto all'evento (vantaggio o danno) che completa la fattispecie.

Non basta il comportamento non iure dell'agente

Ne consegue che la prova dell'intenzionalità del dolo esige la certezza che la volontà dell'imputato sia stata orientata proprio a procurare il vantaggio patrimoniale o il danno ingiusto verificatosi. E tale certezza non può provenire esclusivamente dal comportamento non iure tenuto dall'agente ma deve trovare conferma anche da altri elementi sintomatici che evidenzino la ratio ispiratrice del comportamento medesimo, quali la specifica competenza professionale dell'agente, l'apparato motivazionale su cui riposa il provvedimento sanzionatorio, il contesto ed i rapporti personali tra l'agente ed il soggetto che riceve il beneficio o il danno ingiusto.

Tutto ciò, è quanto affermato dalla Corte di Cassazione, quarta sezione penale, con sentenza n. 87 depositata il 7 gennaio 2016, accogliendo il ricorso di due funzionari comunali, cui era stato contestato il reato di abuso edilizio per aver rilasciato delle concessioni edilizie irregolari.

In particolare, la Corte distrettuale aveva ravvisato la responsabilità penale in capo agli imputati, dando essenzialmente rilievo alla sola omessa attivazione, da parte di questi ultimi, dei controlli per verificare la corrispondenza tra il progetto oggetto della concessione e gli strumenti urbanistici, con evidente violazione della normativa di settore.

E ciò, senza procedere ai dovuti accertamenti circa l'elemento soggettivo, che la fattispecie incriminatrice in questione richiede per l'appunto essere qualificato quale dolo intenzionale, nel senso che l'agente deve aver agito allo scopo di provocare uno degli eventi tipici richiesti (ingiusto profitto o danno).  

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