Condono respinto se l'amministratore di società è imputato per reati tributari

Pubblicato il 05 febbraio 2011 Per la Suprema Corte di cassazione è legittimo l'operato dell'Amministrazione finanziaria che ha rifiutato l'accoglimento dell'istanza di condono presentata da una sas in quanto l'amministratore delegato è stato rinviato a giudizio per reati tributari.

Con sentenza n. 2714 del 4 febbraio scorso i giudici di legittimità hanno basato il loro pronunciamento sulla norma della Legge finanziaria del 2003, articolo 15, per la quale deve ritenersi inammissibile la definizione agevolata per i soggetti verso i quali sia stata esercitata l'azione penale per i reati ex D.Lgs n. 74/2000 (reati tributari).

Gli ermellini hanno sposato la tesi avanzata dalla Ctr secondo la quale deve “ritenersi esistente un’immedesimazione organica tra l’amministratore e la società stessa”. Pertanto il fatto che nei confronti dell’amministratore delegato della società è stata avviata azione penale per reati tributari, costituisce circostanza preclusiva all’ammissibilità del condono richiesto.
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