Contributo a fondo perduto e bonus 1000. In attesa degli Stati Generali

Pubblicato il 01 giugno 2020

Il mondo delle professioni è in fermento.  

I Dottori Commercialisti che, come le altre categorie, parteciperanno agli Stati Generali delle Professioni italiane il prossimo 4 giugno, hanno in testa la discriminazione da Dl “Rilancio” rispetto alla mancata concessione del contributo a fondo perduto e la possibile esclusione dal bonus 1000 euro per i professionisti con reddito complessivo 2018 superiore a 50mila euro. Eppure il calo di fatturato durante il lockdown l’hanno subito.

Ma non solo. Puntano sulla necessità che vengano prorogati al 30 settembre i termini per i versamenti delle dichiarazioni fiscali e della prima rata IMU. In audizione presso la commissione Bilancio alla Camera dei Deputati durante l’esame del Ddl di conversione del decreto “Rilancio”, il presidente Miani ha dichiarato: “l’assoluta oggettiva impossibilità per gli studi professionali di provvedere all’elaborazione delle dichiarazioni nei termini ordinari”.  

A questa si sommano altre richieste come quella di sbloccare le compensazioni dei crediti relativi a IRPEF, IRES, IRAP, eliminando il vincolo della preliminare presentazione della dichiarazione da cui quel credito emerge. Forti dubbi investono il tax credit vacanze, cui i commercialisti farebbero sostituire la più utile imposta sostitutiva di IRPEF, addizionali ed IRAP al 5% per cinque anni. Un cenno agli ammortizzatori sociali, che il decreto “Rilancio” vincola ad un intervallo temporale tra le prime cinque settimane e le seconde quattro, lasciando anche qui perplessità.    

I temi toccati sono anche altri, tra i quali l’auspicabile riduzione dal 20% al 10% della misura della ritenuta a titolo di acconto dell’IRPEF, venendo meno la giustificazione dell’esigenza di contrasto all’evasione (il Fisco può contare su fattura elettronica e banche dati). 

Resta alta l’attenzione, come pure la tensione, sull’aspetto discriminatorio ed inaccettabile per tutte le professioni che si mobiliteranno il 4 giugno: non aver consentito, come più sopra accennato, agli iscritti agli Ordini professionali l’accesso al contributo a fondo perduto previsto dall’articolo 25 del decreto “Rilancio”.  

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