Corruzione e falso in bilancio, il sì del Senato

Pubblicato il 02 aprile 2015 L'Aula del Senato, nella seduta del 1° aprile 2015, ha approvato il testo unificato del disegno di legge recante norme in materia di corruzione, voto di scambio, falso in bilancio e riciclaggio, testo che passerà, ora, all'esame dell'altro ramo del Parlamento.

False comunicazioni sociali, reclusione da tre a otto anni in caso di società quotate 

Nel corso della seduta sono stati, in particolare, ratificati gli articoli relativi al falso in bilancio, nella versione da ultimo modificata dalla commissione Giustizia del Senato, su proposta del Governo.

A modifica degli articoli 2621 e 2622 del Codice civile, in particolare, le false comunicazioni sociali sono punite con la reclusione da uno a cinque anni per gli amministratori, i direttori generali, i dirigenti delle società non quotate.

Reclusione che diventa invece da 3 ad 8 anni in caso di società quotate in borsa.

Nell'ambito delle società non quotate, la pena diventa da sei mesi a tre anni per fatti di lieve entità, tenuto conto della natura e delle dimensioni della società e delle modalità o degli effetti della condotta, nonché quando i fatti riguardano società che non superano i limiti dimensionali previsti dalla Legge fallimentare. In questo ultimo caso, il delitto è procedibile a querela della società, dei soci, dei creditori o degli altri destinatari della comunicazione sociale.

Per l'applicazione della non punibilità per particolare tenuità del fatto viene previsto che il giudice dovrà valutare, in modo prevalente, l'entità dell'eventuale danno cagionato.

Si evidenzia che rispetto alla versione attualmente vigente sono state eliminate le soglie di rilevanza penale nonché la procedibilità a querela, salvo il caso, come sopra detto, delle imprese al di sotto dei limiti dimensionali di cui alla Legge fallimentare.

Approvate, infine, anche le norme che introducono un inasprimento delle sanzioni per responsabilità amministrativa degli enti in relazione ai reati societari.

La prima parte del provvedimento, ratificata, nel dettaglio, nella seduta del 31 marzo 2015, sancisce, invece, un aumento delle sanzioni relative ai reati contro la pubblica amministrazione (corruzione, indebita induzione, peculato), nonché obblighi di riparazione pecuniaria per poter procedere al patteggiamento o alla sospensione condizionale della pena.
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